Nel cuore post-industriale di Milano, presso lo spazio Assab One, l’artista veronese Giovanni Motta inaugura Lost Paradise, una mostra-installazione che si preannuncia come uno degli eventi più significativi del panorama artistico contemporaneo italiano del 2025. L’appuntamento è per giovedì 8 maggio, dalle ore 19:00 alle 23:00, in un evento unico che fonde arte visiva, installazione scenografica e performance partecipativa.

Un viaggio nell’immaginario post-apocalittico
Lost Paradise non è una semplice esposizione, ma un’esperienza immersiva che trasporta il pubblico in un universo distopico e struggente, dove il passato è andato in frantumi e il futuro si rivela incerto. Il protagonista simbolico dell’installazione è JonnyBoy, l’alter ego dell’artista, figura iconica dalla maschera infantile e disarmata che Motta ha reso celebre nel suo percorso pittorico e digitale. Qui, JonnyBoy si moltiplica in 15 sagome di legno dipinte, ognuna con una propria identità e un simbolo che racconta una storia, un frammento di ciò che resta dell’umanità.
L’ambientazione è quella di un mondo devastato, segnato dalla rovina e dalla resistenza giovanile: una scenografia teatrale che interroga lo spettatore e lo coinvolge emotivamente. L’universo creato da Motta mescola suggestioni visive che richiamano la cultura manga e anime giapponese, il fumetto americano e l’estetica videoludica, per evocare un tempo sospeso tra infanzia, memoria collettiva e visione critica del presente.
La gabbia e i “furbi”: uno specchio per lo spettatore
Elemento centrale dell’installazione è una gabbia. Al suo interno, non ci sono mostri o vittime, ma i “furbi”, emblemi di un’umanità opportunista, cinica, colpevole della catastrofe. Figure metaforiche che rappresentano coloro che, pur di sopravvivere, hanno consumato tutto: risorse, valori, relazioni. Ma la gabbia è anche uno specchio: osservandoli, il pubblico è chiamato a riflettere su sé stesso. La differenza tra chi è dentro e chi è fuori non è etica, ma temporale.
In un gioco di ribaltamenti e provocazioni, Motta mette in scena una performance collettiva, dove la vera opera è l’interazione tra lo spettatore e lo spazio. Si attraversa un ambiente che è al contempo rovina e rinascita, allegoria della condizione umana e della società odierna. Come recita il claim dell’evento: “Il Paradiso Perduto? Sì, ma fuori, dove c’è il bar.” – un’ironia amara che chiude il cerchio sulla consapevolezza della perdita.
Un artista tra reale e digitale
Giovanni Motta (nato a Verona nel 1971) è uno dei protagonisti della nuova scena artistica italiana, capace di coniugare linguaggi tradizionali e nuove tecnologie. Pittore autodidatta, ha costruito la propria poetica intorno al tema dell’infanzia come luogo mentale e spirituale, esplorando il trauma della crescita, l’identità, la memoria. Il suo JonnyBoy è diventato nel tempo un’icona transmediale, attraversando non solo tela e legno, ma anche NFT, metaverso, AI e animazione.
Motta ha esposto in Italia e all’estero, collaborando con gallerie internazionali e piattaforme digitali. La sua cifra stilistica è riconoscibile nella fusione tra pittura figurativa e sensibilità pop, ma sempre sorretta da una ricerca filosofica e antropologica che riflette sul senso del vivere contemporaneo.
L’evento dell’8 maggio non è soltanto una mostra, ma un invito a confrontarsi con il proprio tempo, le proprie illusioni, le proprie responsabilità. Lost Paradise è un’esplorazione del nostro mondo e dei suoi limiti, un racconto collettivo in forma visiva che spinge verso una domanda essenziale: cosa resta dell’umano dopo la fine?
📍 Lost Paradise
📅 Giovedì 8 maggio 2025
🕖 Dalle 19:00 alle 23:00
📍 Assab One – Via Privata Assab 1, Milano
📧 Per info: rdb.prconsulting@gmail.com