L’amore, da queste parti, non è mai stato una cosa tranquilla. Ha il ritmo del tango, l’intensità della poesia di Neruda, la malinconia di una musica suonata in un bar nella notte. È un amore che non ha paura del dolore, che sa aspettare anche decenni, che non si lascia piegare dal destino.
E chi meglio di Pablo Neruda ha saputo tradurre tutto questo in versi? I suoi versi erano baci dati sulle barricate, lettere d’amore che profumavano di rivoluzione. Non parlava solo di passione, ma della forza di un sentimento che sopravvive alla distanza, alla repressione, all’esilio. Un amore che non è mai solo privato, ma che si intreccia con la storia, con il destino di un popolo, con la lotta per un mondo più giusto.
E poi c’è Eduardo Galeano, che ci ha mostrato che l’amore è anche tra un popolo e la sua storia. Ha raccontato di mani che si stringono prima di una marcia, di corpi che si abbracciano nei momenti più bui, di un amore che non è mai fuga, ma scelta di restare, di lottare, di credere in qualcosa di più grande di sé.
Nei romanzi di Gabriel García Márquez, invece, l’amore è eterno. Può aspettare tutta una vita, attraversare guerre, superare ostacoli impossibili. È quell’amore che, anche quando sembra finito, in realtà è solo in attesa del momento giusto per tornare a bruciare.
Per capire cosa significa amare in America Latina, basta ascolta un tango. Quelle note struggenti, quei passi che sembrano una battaglia e un abbraccio allo stesso tempo, raccontano tutto. La passione, la nostalgia, la rabbia di chi sa che la felicità dura solo un attimo, ma vale comunque la pena viverla.
L’amore latinoamericano non è mai leggero, non è mai superficiale. È un “ti aspetto” detto con la certezza che si aspetterà anche tutta la vita.
In America Latina, amare è sempre stato un gesto rivoluzionario. Durante le dittature, gli amori si consumavano in segreto, tra lettere mai spedite, incontri rubati tra coprifuoco e paura, sguardi che dicevano tutto in un secondo, perché magari il giorno dopo non ci sarebbe stato più tempo.
Salvador Allende sapeva bene che l’amore e la politica non sono due mondi separati. Nel suo ultimo discorso, poco prima che i militari lo strappassero via dalla sua gente, parlava di speranza, di futuro, di un mondo più giusto. E in quelle parole c’era amore. Non solo per una persona, ma per un intero popolo, per l’idea che un domani migliore fosse ancora possibile.
Anche Che Guevara lo diceva chiaramente: “Lasciami dire, a rischio di sembrare ridicolo, che il vero rivoluzionario è guidato da grandi sentimenti d’amore.”
L’America Latina ha sempre amato così. Senza paura, senza riserve, senza compromessi. Qui l’amore è stato un bacio rubato prima di una marcia di protesta, una lettera nascosta sotto il cuscino, una canzone suonata in un bar da un uomo che non ha mai smesso di aspettare la donna che ha amato.
È stato resistenza, poesia, lotta.
E forse, proprio per questo, l’America Latina continua a essere il posto in cui amare non è solo una questione di cuore. È una questione di vita.