(Federica Cannas) Antonio Marras ha deciso di trasformare il palcoscenico della Milano Fashion Week, in una vera e propria opera lirica in abiti e stoffe. Con la sua collezione autunno-inverno ispirata a “La Bella di Alghero”, lo stilista sardo ha trasportato il pubblico in un racconto sospeso tra realtà e memoria, un omaggio alla Sardegna e alle sue radici più profonde. Tra gli applausi e con ospiti d’eccezione come Sharon Stone, Marras ha reso omaggio a un frammento dimenticato di cultura sarda.
L’idea della collezione affonda le radici in un’antica opera lirica del 1892, “La Bella di Alghero”, un melodramma verista che raccontava un amore travagliato nella città catalana di Alghero. Scomparsa dagli archivi per oltre un secolo, l’opera è stata riscoperta solo di recente. Marras ne è rimasto affascinato al punto da, trasformarlo nella spina dorsale della collezione.
Alghero, con il suo passato catalano ancora vivo nel dialetto e nelle architetture, è il perfetto punto di incontro tra due mondi. Marras ha voluto sottolineare questo legame, immaginando un gruppo di teatranti in viaggio da Barcellona verso la città sarda, portando con sé valigie cariche di costumi e nuove influenze culturali.
Sulla passerella, questa fusione prende vita con riferimenti iberici mescolati a dettagli sardi. Volant e gonne che ricordano il flamenco si alternano a motivi tradizionali dell’artigianato sardo, mentre corpetti ispirati alla moda catalana del XIX secolo si sposano con i ricami tipici degli abiti delle donne dell’isola.
La Fabbrica Orobia, scelta come location per la sfilata, si è trasformata in un teatro minimalista, con luci soffuse e il rumore del mare in sottofondo a evocare il viaggio immaginario degli attori tra Spagna e Sardegna.
La sfilata si è aperta con una serie di abiti in nero profondo, evocando il mistero e la drammaticità della storia. Poi, come in un crescendo teatrale, i colori si sono accesi, permettendo di vivere la storia non solo attraverso le forme, ma anche attraverso le sfumature.
A rendere la serata ancora più speciale è stata la presenza di due donne che rappresentano, a modo loro, l’essenza delle muse di Marras. Geppi Cucciari, amica di lunga data dello stilista, e Sharon Stone.
Non solo una sfilata, ma un viaggio nel tempo, un ritorno a un passato che sembrava perduto e che, grazie alla moda, ha trovato una nuova voce.
Nel mondo della moda, spesso dominato dalla ricerca ossessiva del nuovo, Marras ha scelto una strada diversa: quella della memoria. Ha riportato in vita una storia dimenticata, restituendole spazio e respiro sulla passerella milanese.
“La Bella di Alghero” non è più solo un’opera perduta e Antonio Marras ha dimostrato che la moda può essere una finestra sul passato, un ponte tra epoche e un mezzo per dare voce a ciò che rischiava di essere dimenticato.
Tra gli applausi e le emozioni, ancora una volta, la protagonista è la Sardegna, con la sua cultura e il suo cuore senza tempo.