Con Berlinguer – La grande ambizione, Andrea Segre ci propone un film profondo e rigoroso, che va oltre la semplice biografia politica. La pellicola, nelle sale dal 31 ottobre, è una riflessione sul senso della politica come servizio alla collettività. Interpretato magistralmente da Elio Germano, il film ci riporta agli anni cruciali della carriera politica di Enrico Berlinguer, segretario del Partito Comunista Italiano (PCI), e ci invita a riscoprire il valore del confronto politico autentico.
La sceneggiatura, scritta da Segre insieme a Marco Pettenello, si focalizza sugli anni dal 1973 al 1978, un periodo segnato da eventi che cambiarono il panorama politico italiano: l'attentato a Berlinguer a Sofia, la decisione di rinunciare ai fondi straordinari sovietici e il compromesso storico con la Democrazia Cristiana di Aldo Moro.
Elio Germano, con la sua interpretazione sobria e misurata, evita ogni tentazione di trasformare Berlinguer in una maschera o caricatura. Al contrario, restituisce al pubblico la profondità e l'umanità del segretario comunista, capace di ascoltare e dialogare con tutti, dagli operai ai leader politici, fino agli stessi avversari. Un Berlinguer che, come descritto dal film, era tanto silenzioso quanto eloquente: un ossimoro che ben rifletteva il suo impegno a tradurre le parole in azione.
Il film non si limita a mostrare il politico, ma offre anche uno scorcio intimo sulla vita personale di Berlinguer. I momenti in famiglia, le gite al parco, e la sua relazione con la moglie Letizia (interpretata da Elena Radonicich) e i figli sono rappresentati con tenerezza, rivelando un uomo diviso tra il dovere pubblico e il desiderio di vivere pienamente anche la sua sfera privata. Questo contrasto emerge chiaramente nel film, facendo luce sulla tensione tra il militante e l'uomo comune.
La grande ambizione di cui parla il titolo non si riferisce solo alla carriera politica di Berlinguer, ma a una visione più ampia di politica intesa come bene collettivo. È una riflessione su una figura che, in un contesto di piccole ambizioni personali e interessi privati, seppe incarnare una politica orientata al miglioramento della società nel suo complesso. In questo senso, Segre ci propone una pellicola che parla tanto del passato quanto del presente, invitandoci a ripensare il ruolo della politica e a riscoprire una dimensione di responsabilità e impegno.
La scelta di Segre di evitare l’epilogo tragico della morte di Berlinguer durante l'ultimo comizio è emblematica: non c'è bisogno di mostrarlo, perché il lascito di Berlinguer è già presente in tutto il film. Ciò che emerge, più della sua fine, è l'amore che il popolo e i suoi collaboratori nutrivano per lui, un sentimento che trascende la retorica e si fonda su un profondo rispetto per la sua integrità e per ciò che rappresentava.
Enrico Berlinguer, morto nel 1984, è stato uno dei leader politici più influenti dell’Italia del dopoguerra. Con il suo compromesso storico, cercò di superare le divisioni tra comunisti e democristiani, tentando di unire il Paese in un momento di estrema tensione.
Berlinguer – La grande ambizione è un film che ci riporta al cuore della politica, intesa come strumento per costruire un futuro migliore.