(Federica Cannas) – La vittoria della brasiliana Fernanda Torres ai Golden Globe non è solo il riconoscimento del talento di un’attrice, ma l’omaggio a una storia di coraggio: quella del film Io sono ancora qui, che racconta una delle pagine più oscure della storia del Brasile, la dittatura militare.
Tratto dall’omonimo romanzo autobiografico di Marcelo Rubens Paiva, figlio del deputato brasiliano desaparecido Rubens Paiva, il film è un grido di giustizia, un inno ai diritti umani e alla memoria collettiva.
In Io sono ancora qui, Fernanda Torres interpreta Eunice Paiva, madre di sei figli e moglie del deputato Rubens Paiva, sequestrato e fatto sparire durante la dittatura brasiliana (1964-1985). La storia racconta la trasformazione di Eunice da casalinga degli anni Cinquanta a coraggioso avvocato e attivista per i diritti umani, costretta ad affrontare intimidazioni, prigionia e minacce. È un viaggio di dolore e speranza, che mostra come la resilienza possa nascere anche nelle circostanze più devastanti.
I momenti intensi del film sono quelli che ritraggono Eunice nella sua cella umida e buia, dove per dodici giorni sente le urla dei torturati attraverso le mura. Nonostante il terrore, Eunice si rialza, studia giurisprudenza e diventa un simbolo della lotta per la giustizia.
Fernanda Torres non si è limitata a recitare questo ruolo, ma lo ha vissuto con profondità emotiva, facendo rivivere la tragedia e la forza di una donna che si rifiuta di arrendersi.
La sua vittoria ai Golden Globe è un momento storico. La sua interpretazione, profonda e autentica, ha catturato il cuore della giuria e del pubblico, portando alla ribalta una storia che il mondo non può permettersi di dimenticare. La statuetta non è solo un trofeo, ma un tributo a tutte le vittime del regime militare brasiliano e alle voci coraggiose che hanno denunciato le ingiustizie.
Sul palco, Fernanda ha dedicato il premio non solo al team che ha realizzato il film, ma soprattutto a chi ha vissuto quegli anni di oppressione. Ha ricordato che la memoria è un dovere e che il cinema può essere uno strumento potente per preservarla.
A testimonianza del suo impegno anche fuori dal set, l’attrice ha recentemente incontrato il Presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva presso la sede delle Nazioni Unite a New York. L’incontro, avvenuto dopo il discorso di Lula all’Assemblea Generale, ha visto il Presidente lodare il film e la performance di Fernanda.
Questo trionfo ha suscitato reazioni in tutto il Brasile e lo stesso Presidente Lula ha voluto pubblicamente congratularsi con Fernanda Torres. In un post di questi giorni sui suoi canali social, ha lodato l’attrice per il suo straordinario contributo artistico e per il coraggio di portare avanti una storia così significativa. “Emozionante! Fernanda Torres è l’orgoglio del Brasile, congratulazioni”, ha scritto il Presidente, evidenziando il valore culturale e sociale del film.
Fernanda è un’attrice creativa e una donna di grande sensibilità. Nata a Rio de Janeiro in una famiglia d’arte, ha saputo trasformare il suo mestiere in un mezzo per raccontare storie significative. Più volte ha scelto progetti in linea con il suo profondo senso di giustizia.
La vittoria ai Golden Globe non è solo un traguardo personale, ma un messaggio potente: il cinema può essere un mezzo per ricordare e denunciare. Io sono ancora qui è un invito a non voltarsi dall’altra parte di fronte alle ingiustizie.
Questa vittoria accende una luce nella storia del Brasile e, nello stesso tempo, indica il cammino verso la verità e la giustizia.