(Federica Cannas) Ci sono giorni che passano senza lasciare traccia. E poi ci sono giorni che celebrano la bellezza. Oggi è uno di questi. Oggi è la Giornata Mondiale del Libro. Una data che non è stata scelta a caso, perché il 23 aprile 1616 il mondo ha perso Shakespeare, Cervantes e Garcilaso de la Vega. Come se in un solo giorno il silenzio avesse provato a fermare le parole. Ma non ci è riuscito.
Perché i libri non muoiono. Si trasformano. Passano di mano in mano, di cuore in cuore, attraversano epoche e continenti, e diventano parte di noi. Un libro è una porta aperta. Un invito a perdersi e a ritrovarsi. È un amico muto che sa parlare, un viaggio che non chiede biglietti, una rivoluzione personale che comincia in silenzio, ma non finisce mai.
Leggere è un atto di coraggio. È scegliere di ascoltare chi non conosciamo, di immaginare mondi che non vediamo, di scoprire dentro di noi voci che non sapevamo di avere. È lasciare che le parole ci tocchino, ci feriscano, ci curino. Un libro può consolarci, provocarci, illuminarci. Può farci ridere o piangere, può farci volare o sprofondare, ma mai ci lascia come eravamo prima.
C’è chi legge per fuggire, e chi legge per restare. Chi cerca risposte, e chi ama le domande. Chi trova nei libri la memoria, chi l’oblio, chi una scintilla. Ma per tutti, leggere è un atto di libertà. Perché quando leggi, nessuno può dirti cosa pensare. Sei tu, solo, davanti al mistero di una storia che diventa tua.
Il 23 aprile è solo una data. Ma è il giorno in cui possiamo ricordare che ogni libro è un mondo. E che ogni volta che leggiamo, ne conquistiamo uno nuovo. Non serve avere sempre tempo. Non serve leggere tutto. Basta credere che quelle pagine abbiano qualcosa da darci. E loro non ci deluderanno mai.
I libri non sono fatti per stare sugli scaffali. Sono fatti per vivere con noi. Per accompagnarci. Per mostrarci che la vita, con le sue infinite sfumature, può essere raccontata in mille modi diversi. E che dentro ogni parola c’è un battito, un respiro, un frammento di umanità.
Oggi, apri un libro. Qualsiasi libro. E lascia che ti dica qualcosa che non sapevi di voler sentire.
Perché i libri non muoiono. Si trasformano. Passano di mano in mano, di cuore in cuore, attraversano epoche e continenti, e diventano parte di noi. Un libro è una porta aperta. Un invito a perdersi e a ritrovarsi. È un amico muto che sa parlare, un viaggio che non chiede biglietti, una rivoluzione personale che comincia in silenzio, ma non finisce mai.
Leggere è un atto di coraggio. È scegliere di ascoltare chi non conosciamo, di immaginare mondi che non vediamo, di scoprire dentro di noi voci che non sapevamo di avere. È lasciare che le parole ci tocchino, ci feriscano, ci curino. Un libro può consolarci, provocarci, illuminarci. Può farci ridere o piangere, può farci volare o sprofondare, ma mai ci lascia come eravamo prima.
C’è chi legge per fuggire, e chi legge per restare. Chi cerca risposte, e chi ama le domande. Chi trova nei libri la memoria, chi l’oblio, chi una scintilla. Ma per tutti, leggere è un atto di libertà. Perché quando leggi, nessuno può dirti cosa pensare. Sei tu, solo, davanti al mistero di una storia che diventa tua.
Il 23 aprile è solo una data. Ma è il giorno in cui possiamo ricordare che ogni libro è un mondo. E che ogni volta che leggiamo, ne conquistiamo uno nuovo. Non serve avere sempre tempo. Non serve leggere tutto. Basta credere che quelle pagine abbiano qualcosa da darci. E loro non ci deluderanno mai.
I libri non sono fatti per stare sugli scaffali. Sono fatti per vivere con noi. Per accompagnarci. Per mostrarci che la vita, con le sue infinite sfumature, può essere raccontata in mille modi diversi. E che dentro ogni parola c’è un battito, un respiro, un frammento di umanità.
Oggi, apri un libro. Qualsiasi libro. E lascia che ti dica qualcosa che non sapevi di voler sentire.