(Federica Cannas) Il Café A Brasileira, nel cuore del Chiado a Lisbona, non è solo un bar storico, ma un pezzo di letteratura servito in tazza fumante, un luogo in cui il tempo si ferma per lasciar parlare la città. Teatro di pensieri, laboratorio di idee, rifugio per anime inquiete.
Fondato nel 1905 da Adriano Telles, A Brasileira ha una storia che inizia con la missione di far scoprire ai portoghesi il vero caffè brasiliano. Telles, che aveva vissuto in Brasile, importava chicchi direttamente dalle piantagioni e li serviva gratuitamente a chiunque comprasse un sacchetto di caffè tostato. Fu così che il locale divenne subito un punto di riferimento, e non solo per il caffè. Divenne il cuore della Lisbona intellettuale, artistica e bohémienne.
Immaginate il Chiado negli anni ’20. Eleganti signori con cappelli e bastoni da passeggio, scrittori e giornalisti che parlano animatamente, poeti che scarabocchiano versi su mezzi di fortuna, artisti in cerca d’ispirazione. E proprio lì, tra il profumo di caffè e il rumore delle tazze, c’era Fernando Pessoa, seduto a riflettere sull’inquietudine dell’esistenza, il suo sguardo perso tra le ombre e i riflessi del locale.
Il Café A Brasileira è ormai inseparabile da Fernando Pessoa. Oggi, accanto ai tavolini della terrazza, troneggia la sua statua in bronzo, seduto con il suo inconfondibile cappello, pronto a ricevere visitatori e selfie da turisti e nostalgici della letteratura. Ma Pessoa non era certo un uomo che concedeva troppa confidenza. Forse si divertirebbe all’idea di essere diventato l’attrazione principale del caffè, lui che si definiva uno straniero in patria, un poeta della solitudine e del dubbio.
Entrare nel Café A Brasileira significa immergersi in un’atmosfera che sa di passato e di eterno. Le decorazioni in stile Art Nouveau, gli specchi dorati, i lampadari e i rivestimenti in legno decorato alle pareti danno al locale un’eleganza d’altri tempi. Qui, ogni sorso di caffè è un viaggio attraverso i secoli, ogni tavolino è un frammento di storia.
E poi c’è il bica, il caffè portoghese per eccellenza, più intenso dell’espresso italiano, meno lungo dell’americano. Ordinare un bica al Brasileira significa fare un piccolo atto di appartenenza alla città, un modo per assaporare Lisbona in tutta la sua essenza.
Il Café A Brasileira non è solo un monumento alla cultura di Lisbona, ma anche uno dei pochi caffè storici sopravvissuti alla modernità senza perdere il suo fascino. Qui si sono seduti scrittori, artisti, politici, pensatori. E oggi, tra i turisti e i locali, ancora si respira quell’aria di fermento intellettuale, come se Pessoa potesse alzarsi da un momento all’altro, sistemarsi il cappello e ricominciare a scrivere.
Perché non è solo un caffè, ma un simbolo. Perché sedersi qui significa assaporare Lisbona nel modo più autentico possibile. Perché, in un mondo che corre veloce, c’è qualcosa di straordinariamente poetico nel concedersi un caffè in un posto che ha visto scorrere più di un secolo di storia, senza mai perdere il suo spirito.
E allora, che sia per un bica, un pastel de nata o semplicemente per respirare l’aria di un tempo che non torna, il Café A Brasileira resta un angolo di Lisbona dove il passato e il presente sorseggiano lo stesso caffè, mentre la città continua a raccontarsi, una tazza alla volta.
Fondato nel 1905 da Adriano Telles, A Brasileira ha una storia che inizia con la missione di far scoprire ai portoghesi il vero caffè brasiliano. Telles, che aveva vissuto in Brasile, importava chicchi direttamente dalle piantagioni e li serviva gratuitamente a chiunque comprasse un sacchetto di caffè tostato. Fu così che il locale divenne subito un punto di riferimento, e non solo per il caffè. Divenne il cuore della Lisbona intellettuale, artistica e bohémienne.
Immaginate il Chiado negli anni ’20. Eleganti signori con cappelli e bastoni da passeggio, scrittori e giornalisti che parlano animatamente, poeti che scarabocchiano versi su mezzi di fortuna, artisti in cerca d’ispirazione. E proprio lì, tra il profumo di caffè e il rumore delle tazze, c’era Fernando Pessoa, seduto a riflettere sull’inquietudine dell’esistenza, il suo sguardo perso tra le ombre e i riflessi del locale.
Il Café A Brasileira è ormai inseparabile da Fernando Pessoa. Oggi, accanto ai tavolini della terrazza, troneggia la sua statua in bronzo, seduto con il suo inconfondibile cappello, pronto a ricevere visitatori e selfie da turisti e nostalgici della letteratura. Ma Pessoa non era certo un uomo che concedeva troppa confidenza. Forse si divertirebbe all’idea di essere diventato l’attrazione principale del caffè, lui che si definiva uno straniero in patria, un poeta della solitudine e del dubbio.
Entrare nel Café A Brasileira significa immergersi in un’atmosfera che sa di passato e di eterno. Le decorazioni in stile Art Nouveau, gli specchi dorati, i lampadari e i rivestimenti in legno decorato alle pareti danno al locale un’eleganza d’altri tempi. Qui, ogni sorso di caffè è un viaggio attraverso i secoli, ogni tavolino è un frammento di storia.
E poi c’è il bica, il caffè portoghese per eccellenza, più intenso dell’espresso italiano, meno lungo dell’americano. Ordinare un bica al Brasileira significa fare un piccolo atto di appartenenza alla città, un modo per assaporare Lisbona in tutta la sua essenza.
Il Café A Brasileira non è solo un monumento alla cultura di Lisbona, ma anche uno dei pochi caffè storici sopravvissuti alla modernità senza perdere il suo fascino. Qui si sono seduti scrittori, artisti, politici, pensatori. E oggi, tra i turisti e i locali, ancora si respira quell’aria di fermento intellettuale, come se Pessoa potesse alzarsi da un momento all’altro, sistemarsi il cappello e ricominciare a scrivere.
Perché non è solo un caffè, ma un simbolo. Perché sedersi qui significa assaporare Lisbona nel modo più autentico possibile. Perché, in un mondo che corre veloce, c’è qualcosa di straordinariamente poetico nel concedersi un caffè in un posto che ha visto scorrere più di un secolo di storia, senza mai perdere il suo spirito.
E allora, che sia per un bica, un pastel de nata o semplicemente per respirare l’aria di un tempo che non torna, il Café A Brasileira resta un angolo di Lisbona dove il passato e il presente sorseggiano lo stesso caffè, mentre la città continua a raccontarsi, una tazza alla volta.