(Federica Cannas) – In una stanza, tra il rumore secco dei tasti e il profumo del caffè filtrato, c’è un’energia che sembra antica. Al centro, un grande tavolo chiaro ospita computer, taccuini e matite. Qualcuno sorride al telefono, qualcun altro corregge una frase mille volte, in un angolo un proiettore illumina un muro bianco con l’ombra di una presentazione che cambierà domani.
Virginia Woolf non avrebbe mai visto un open space con pareti di vetro, ma forse, entrando, avrebbe sorriso. Qui, come nella sua “stanza tutta per sé”, la creatività reclama spazio, tempo, diritto di esistere. E non importa se lo spazio è condiviso, conta che esista.
Negli anni ’20, quando scriveva del bisogno vitale di una stanza propria, Woolf parlava di libertà. Libertà di isolarsi dalle voci di una società che non riconosceva il valore intellettuale delle donne, di costruire un mondo interiore dove le idee potessero nascere libere. Convinta profondamente che ogni mente creativa ha bisogno di un luogo che la protegga e la nutra.
Oggi, quel concetto sopravvive, ma si è trasformato. I coworking sono spazi aperti, attraversati da mille storie. Eppure, nel cuore di questi luoghi si ritrova la stessa essenza. Il “privato” non è più fatto di mura e porte chiuse, è la possibilità di scegliere quando aprirsi e quando chiudersi, di sedersi accanto a qualcuno che non conosci e, senza accorgertene, ricevere un’idea nuova.
Qui, il brusio è sottofondo creativo. È il programmatore che scrive codice guardando il tramonto oltre una vetrata, la grafica che ascolta jazz in cuffia e disegna un logo, la copywriter che, tra una riunione e l’altra, riempie un diario con frasi rubate alle conversazioni dei vicini di scrivania. Ognuno, a modo suo, ha una stanza tutta per sé, anche se la porta è sempre socchiusa.
L’innovazione non è solo questione di tecnologia o di connessioni ultraveloci. È anche e soprattutto un fatto umano. Saper creare ambienti che non soffochino la libertà individuale, ma la amplifichino grazie alla vicinanza di altre menti. È l’umanesimo applicato all’architettura degli spazi di lavoro, un antidoto contro la solitudine sterile e l’omologazione.
Non sappiamo se Virginia Woolf avrebbe apprezzato il brusio costante di un coworking. Forse avrebbe cercato un angolo silenzioso, forse si sarebbe lasciata sorprendere dalle conversazioni che nascono senza preavviso. Ma di certo avrebbe riconosciuto, in ogni scrivania e in ogni taccuino aperto, la stessa fame di libertà che la spinse a scrivere “una donna deve avere denaro e una stanza tutta per sé se vuole scrivere narrativa”.
Oggi quella stanza può avere molte porte e molte chiavi. Può aprirsi su un panorama di voci, schermi e taccuini, dove le idee circolano come aria fresca. E in quell’aria, ognuna e ognuno può ritrovare il proprio spazio di libertà creativa, senza confini.
(Federica Cannas) – In una stanza, tra il rumore secco dei tasti e il profumo del caffè filtrato, c’è un’energia che sembra antica. Al centro, un grande tavolo chiaro ospita computer, taccuini e matite. Qualcuno sorride al telefono, qualcun altro corregge una frase mille volte, in un angolo un proiettore illumina un muro bianco con l’ombra di una presentazione che cambierà domani.
Virginia Woolf non avrebbe mai visto un open space con pareti di vetro, ma forse, entrando, avrebbe sorriso. Qui, come nella sua “stanza tutta per sé”, la creatività reclama spazio, tempo, diritto di esistere. E non importa se lo spazio è condiviso, conta che esista.
Negli anni ’20, quando scriveva del bisogno vitale di una stanza propria, Woolf parlava di libertà. Libertà di isolarsi dalle voci di una società che non riconosceva il valore intellettuale delle donne, di costruire un mondo interiore dove le idee potessero nascere libere. Convinta profondamente che ogni mente creativa ha bisogno di un luogo che la protegga e la nutra.
Oggi, quel concetto sopravvive, ma si è trasformato. I coworking sono spazi aperti, attraversati da mille storie. Eppure, nel cuore di questi luoghi si ritrova la stessa essenza. Il “privato” non è più fatto di mura e porte chiuse, è la possibilità di scegliere quando aprirsi e quando chiudersi, di sedersi accanto a qualcuno che non conosci e, senza accorgertene, ricevere un’idea nuova.
Qui, il brusio è sottofondo creativo. È il programmatore che scrive codice guardando il tramonto oltre una vetrata, la grafica che ascolta jazz in cuffia e disegna un logo, la copywriter che, tra una riunione e l’altra, riempie un diario con frasi rubate alle conversazioni dei vicini di scrivania. Ognuno, a modo suo, ha una stanza tutta per sé, anche se la porta è sempre socchiusa.
L’innovazione non è solo questione di tecnologia o di connessioni ultraveloci. È anche e soprattutto un fatto umano. Saper creare ambienti che non soffochino la libertà individuale, ma la amplifichino grazie alla vicinanza di altre menti. È l’umanesimo applicato all’architettura degli spazi di lavoro, un antidoto contro la solitudine sterile e l’omologazione.
Non sappiamo se Virginia Woolf avrebbe apprezzato il brusio costante di un coworking. Forse avrebbe cercato un angolo silenzioso, forse si sarebbe lasciata sorprendere dalle conversazioni che nascono senza preavviso. Ma di certo avrebbe riconosciuto, in ogni scrivania e in ogni taccuino aperto, la stessa fame di libertà che la spinse a scrivere “una donna deve avere denaro e una stanza tutta per sé se vuole scrivere narrativa”.
Oggi quella stanza può avere molte porte e molte chiavi. Può aprirsi su un panorama di voci, schermi e taccuini, dove le idee circolano come aria fresca. E in quell’aria, ognuna e ognuno può ritrovare il proprio spazio di libertà creativa, senza confini.












![[ID: Et74N5OHM3g] Youtube Automatic](https://matextv.com/revolution/wp-content/uploads/2023/06/id-et74n5ohm3g-youtube-automatic-1-360x203.jpg)
![[ID: 7b2s2bD-P2E] Youtube Automatic](https://matextv.com/revolution/wp-content/uploads/2023/06/id-7b2s2bd-p2e-youtube-automatic-1-360x203.jpg)
![[ID: hQoGsPscK8Q] Youtube Automatic](https://matextv.com/revolution/wp-content/uploads/2023/06/id-hqogspsck8q-youtube-automatic-1-360x203.jpg)
![[ID: XLLgCdK0TKk] Youtube Automatic](https://matextv.com/revolution/wp-content/uploads/2023/06/id-xllgcdk0tkk-youtube-automatic-1-360x203.jpg)

















e poi scegli l'opzione