Cagliari / Miami – È passato poco più di un anno da quando, negli spazi di Sa Manifattura a Cagliari, il pubblico sardo ha incontrato per la prima volta le divinità digitali del collettivo THEM, guidato dall’artista e filosofo milanese Domenico Fragata. La mostra personale “Gods of the Digital Age – Il dilemma della scelta nell’era dell’AI”, ospitata nella Sala Contemporanea di Opificio Innova, ha inaugurato il programma triennale Artificio, progetto sperimentale promosso da INNOIS con Opificio Innova e con il contributo della Fondazione di Sardegna, dedicato, il primo anno, alle relazioni tra arte, intelligenza artificiale e nuove tecnologie.
In quel contesto, Gods of the Digital Age metteva in cortocircuito mito greco-romano, estetica rinascimentale e immaginario algoritmico, nuove icone per un presente in cui il confine fra uomo e macchina si assottiglia ogni giorno di più.
Le divinità classiche – Giove, Venere, Mercurio e le altre – apparivano come neo-archetipi digitali, oracoli di un’umanità descritta come “antica nell’era digitale” e già in transizione verso il Tecno Sapiens: un essere umano riscritto da dati, schermi e algoritmi. La mostra proponeva un’esperienza immersiva, monitor, installazioni e guide digitali, affiancata da laboratori pensati per scuole e studenti, per permettere ai più giovani di sperimentare in prima persona le potenzialità e le ambiguità dell’AI applicata alla creatività.
Quella tappa cagliaritana – resa possibile grazie alla sinergia tra il curatore Andrea Concas e Opificio Innova che con Fondazione di Sardegna e INNOIS hanno scelto di fare della Sardegna uno dei laboratori più avanzati in Italia sul dialogo tra arte e intelligenza artificiale – è stata il vero trampolino di lancio internazionale del progetto THEM, nato proprio per interrogare il rapporto fra mito, tecnologia e fragilità umana.
Da allora, le divinità digitali non si sono più fermate. Nel 2025 Holy Club ha portato THEM ad Art Dubai Digital, nella sezione dedicata alle sperimentazioni tra arte e nuove tecnologie. Nello stand le serie Archetypes e Gods of the Digital Age hanno messo al centro proprio ciò che il pubblico sardo aveva iniziato a vedere a Cagliari: un’iconografia mitologica riscritta dal linguaggio algoritmico, dove la luce dei lightbox e la freddezza del codice si confrontano con le emozioni, le contraddizioni e le paure dell’essere umano contemporaneo.
Parallelamente, Holy Club ha continuato a sviluppare Gods of the Digital Age anche in Italia, trasformandolo in un vero dispositivo curatoriale: talk, performance multisensoriali e installazioni hanno indagato come l’AI stia modificando i nostri rituali, le nostre credenze e i nuovi “pantheon” del capitalismo digitale, dalle piattaforme ai sistemi di sorveglianza.
Oggi questo percorso approda a Miami, nel pieno della Miami Art Week 2025, dove le opere di THEM vengono presentate in dialogo con la scena internazionale dell’arte digitale. Le divinità nate anche grazie alla Sardegna – tra cui “Digital Artemis” recentemente recentemente esposta ad NFT Miami e Scope art Fair – entrano nel flusso di immagini che attraversa fiere, gallerie e ledwall, portandosi dietro le domande che le hanno generate: chi è davvero al centro del potere nell’epoca degli algoritmi? E cosa resta dell’umano in un mondo in cui il divino si è trasferito dentro le infrastrutture digitali?
Accanto al lavoro espositivo, in questo anno Domenico Fragata ha continuato a coltivare una dimensione filosofica e formativa profondamente legata alla Sardegna. Grazie alla collaborazione con Villanova Coworking e altre realtà del territorio, ha tenuto corsi e incontri pubblici sull’uso consapevole delle intelligenze artificiali generative, coinvolgendo professionisti, studenti e amministrazioni locali in un confronto aperto sui rischi, le opportunità e le ricadute etiche di queste tecnologie. L’obiettivo non è “celebrare” l’AI, ma fornire strumenti critici per abitarla senza subirla.
«Per me – afferma Fragata – la Sardegna non è stata solo una “tappa” espositiva, è una seconda casa, uno dei luoghi in cui le mie divinità digitali hanno trovato un vero dialogo con il territorio. A Cagliari abbiamo visto famiglie, studenti, curiosi fermarsi davanti a immagini fatte di codice e riconoscere, sotto la superficie tecnologica, domande antiche: sul destino, sulla libertà, sul futuro. Portare oggi quelle stesse divinità a Miami significa continuare quel viaggio, allargando il raggio senza perdere le radici».
Da Cagliari a Miami, il percorso di Domenico Fragata alias THEM dimostra come il progetto nato in un contesto sperimentale sardo possa dialogare alla pari con le capitali globali dell’arte digitale. Le divinità di Gods of the Digital Age non sono solo immagini spettacolari per ledwall internazionali: sono specchi algoritmici in cui una società intera – dalla Sardegna alla Florida – è chiamata a guardarsi senza filtri, mentre la linea di confine tra carne e codice si fa sempre più sottile.












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