Una nuova classifica cinematografica è stata stilata, ma questa volta i votanti non sono critici, bensì registi. Ben 480 filmmaker, inclusi nomi di rilievo come Martin Scorsese, Luca Guadagnino e Pupi Avati, sono stati invitati dalla rivista “Sight & Sound” a scegliere i loro 10 film preferiti, senza un ordine specifico. Il risultato? La rivista, edita dal British Film Institute, ha contato tutte le preferenze per rispondere a una delle domande più discusse nel mondo del cinema: qual è il film più bello di tutti i tempi?
Questa iniziativa si inserisce in una tradizione consolidata. Il British Film Institute, attraverso “Sight & Sound”, aggiorna periodicamente la classifica dei film più amati, un sondaggio iniziato nel 1992 e ripetuto poi nel 2012 e, più recentemente, nel 2022, quando il numero di partecipanti è stato ampliato a 480. Tra i registi interpellati, troviamo figure di spicco della cinematografia internazionale, da autori affermati come Martin Scorsese e Barry Jenkins, a cineasti meno noti come l’ungherese Béla Tarr, celebre per il suo stile sperimentale.
Anche il panorama italiano è stato rappresentato da registi quali Michelangelo Frammartino, Alice Rohrwacher e Roberto Minervini. Nel complesso, è stata raccolta un’ampia gamma di preferenze, dando vita a una classifica che racconta l’evoluzione dei gusti e delle influenze del cinema contemporaneo.
Al primo posto, secondo la maggioranza dei voti, si trova 2001: Odissea nello spazio, capolavoro di Stanley Kubrick del 1968. Il film ha segnato un punto di svolta nella rappresentazione cinematografica dello spazio e della tecnologia, con immagini spettacolari e una narrativa che esplora i confini del progresso scientifico e del rapporto dell’uomo con l’ignoto. L’iconica scena in cui un osso, lanciato da una scimmia, si trasforma in una navicella spaziale, riassume millenni di evoluzione in un solo istante, offrendo una visione audace della nostra storia e del nostro futuro.
La storia di questo capolavoro è davvero singolare: quando debuttò in anteprima mondiale a Washington il 2 aprile 1968, negli Stati Uniti se ne parlava come di un potenziale flop, considerato da alcuni il primo grande insuccesso per il suo regista. Tuttavia, divenne presto evidente che il film avrebbe segnato un punto di svolta nella storia del cinema e forse non solo in quella.
Al suo arrivo in Italia, il pubblico globale aveva già intuito che il cinema sarebbe stato diviso in un “prima” e un “dopo” 2001, e che, da quel momento in avanti, ogni opera cinematografica avrebbe dovuto inevitabilmente fare i conti con questo capolavoro, in modo consapevole o no.
Seguono in classifica altre pietre miliari del cinema: Quarto Potere di Orson Welles, considerato uno dei film più influenti di tutti i tempi per il suo stile narrativo innovativo, e Il Padrino di Francis Ford Coppola, un racconto intenso sul potere e la famiglia. La top three rappresenta, quindi, tre visioni molto diverse, ma tutte ugualmente potenti, della condizione umana.
Il sondaggio di Sight & Sound evidenzia non solo i film che hanno definito il linguaggio cinematografico, ma anche quelli che continuano a ispirare le nuove generazioni di registi.