Il tema dell’integrazione e delle disparità sociali emerge con forza attraverso le opere di artisti come Mounir Derbal e Deka Mohamed Osman, che, con sensibilità e originalità, esplorano questioni cruciali legate al lavoro sommerso, alla memoria storica e all’identità culturale.
Mounir Derbal si immerge nell'immaginario di un futuro distopico per raccontare la marginalizzazione di lavoratori e lavoratrici spesso invisibili nella nostra società. Attraverso un collage di fotografie d'archivio, immagini originali e creazioni realizzate con l'intelligenza artificiale, l'artista rappresenta un sottoproletariato androide, composto da figure che richiamano i lavoratori delle pulizie, le babysitter, i banconisti. L’idea centrale del suo lavoro è quella di trasformare il migrante in un androide, trasportandolo in una realtà alternativa dove, nonostante i progressi tecnologici, le problematiche legate all’integrazione restano irrisolte. La giuria ha sottolineato come Derbal riesca a esplorare il lavoro sommerso in maniera potente, illuminando le dinamiche di esclusione che persistono nella nostra società.
Un’altra prospettiva altrettanto significativa è offerta dall’opera di Deka Mohamed Osman, che rivisita la diaspora somala in Italia durante gli anni '80 e '90. Attraverso un attento lavoro di ricerca, Osman raccoglie e racconta frammenti di storie di persone che hanno attraversato Torino in cerca di sicurezza e opportunità, in un periodo storico critico per il Corno d'Africa, segnato dalla migrazione forzata e dall'eredità coloniale italiana. Il progetto, che si concentra sulla preservazione della memoria di una comunità migrante dalla natura profondamente nomade, intende stimolare una riflessione su temi come l'identità, l'appartenenza e la convivenza interculturale. La giuria ha lodato il lavoro di Osman per la sua capacità di riportare alla luce memorie spesso dimenticate, offrendo una piattaforma di riflessione sulle sfide dell’integrazione.
Queste opere, attraverso linguaggi visivi innovativi, sollecitano una riflessione critica su questioni come l’ambiente, le disuguaglianze, la violenza di genere e il colonialismo culturale. Attraverso la lente della fotografia contemporanea, Derbal e Osman riescono a riportare alla luce le storie nascoste di coloro che, tra marginalizzazione e resilienza, continuano a cercare il loro posto nel mondo.