La Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna annunciano la conclusione dei lavori di restauro e valorizzazione del sito archeologico di Santa Vittoria di Serri. Questo importante intervento, avviato nel 2018, ha beneficiato di un significativo finanziamento nell'ambito del progetto “Sistema museale delle aree archeologiche della Sardegna meridionale Lotto I”, con fondi stanziati dalla Legge di Stabilità 2016 e successivamente integrati con il PNRR.
Il sito di Santa Vittoria di Serri è ora riconosciuto come un complesso templare di grande valore storico e culturale. Le indagini nell’area hanno dato un nuovo aspetto al tempio noto come Capanna del Capo, che ora appare inserito all’interno di una planimetria articolata e composta da altri ambienti simmetricamente disposti.
I materiali restituiti, ancora in corso di restauro, ci indicano la cronologia degli utilizzi degli ambienti indagati. Dall’area del tempio proviene anche un modello di nuraghe, notevole per fattura e per forma, che è stato integralmente restaurato. Il modello, caratterizzato da una finissima decorazione, è di estrema importanza per comprendere le pratiche religiose e la simbologia propria della cultura nuragica. Il modello restaurato è stato presentato per la prima volta al pubblico nel corso di una conferenza che ha illustrato i risultati delle più recenti indagini.
L’intervento al tempio ha affrontato anche alcune problematiche di carattere conservativo e legate alla fruizione dell’area. In particolare, è stato studiato il problema della regimentazione delle acque piovane che a causa anche della natura dell’altopiano, una formazione basaltica, sono caratterizzati da fenomeni di impaludamento. Con l’utilizzo di sistemi naturali, rispettosi anche dei meccanismi studiati dagli stessi nuragici che realizzarono l’edificio, si è eliminato il fenomeno e si è proceduto al ripristino dei vecchi sistemi di gestione dell’acqua meteorica.
La Capanna del Capo. Antonio Taramelli lo aveva definito “capanna del capo”, perché lo aveva interpretato come una abitazione particolare. Da allora è passato quasi un secolo, e il progredire degli studi sull’archeologia sarda ha consentito di inquadrare l’edificio come un tempio. Altri scavi erano stati fatti all’inizio degli anni Duemila, ma la necessità di effettuare un ampliamento dell’indagine e un restauro complessivo dell’edificio hanno indotto la Soprintendenza, che a ripreso le ricerche in modo continuativo a partire dal 2018, a progettare un nuovo intervento nell’area.
L’occasione è stata data da un consistente finanziamento confluito nel progetto della Soprintendenza Abap per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna. Si tratta di un progetto che interessa vari siti del territorio di competenza della Sabap ascrivibili a diversi periodi della storia della Sardegna e che punta alla realizzazione di un itinerario turistico culturale nel Sud Sardegna. In questo itinerario è stato ricompreso anche Santa Vittoria di Serri, sito presente nel progetto sulla Civiltà nuragica inserito nella Tentative list per il riconoscimento Unesco come patrimonio dell’Umanità. Ai progetti del Ministero si sono integrati quelli del Comune, destinatario di un importante finanziamento.