Un appuntamento interamente dedicato all’animazione, alla sua forza narrativa e al suo legame profondo con la cultura del territorio. La seconda serata del Sardegna Archeofilm Festival 2025, organizzato dalla Fondazione Mont’e Prama in collaborazione con Firenze Archeofilm, Archeologia Viva e Giunti Editore, ha messo in dialogo identità, natura, memoria e nuove tecnologie, attraverso opere che coniugano poesia visiva e ricerca stilistica.
«Una serata-omaggio al territorio, realizzata interamente con film d’animazione» – hanno spiegato i curatori Giulia Pruneti e Tore Cubeddu in apertura – «Produzioni indipendenti, tutte straordinarie. Balentes di Giovanni Columbu, ad esempio, è un film imponente, realizzato con 35.000 tavole disegnate a mano. Un’opera che potremmo definire, con ammirazione, d’altri tempi».
La serata si è aperta con “OJO”, corto diretto da Fry J. Apocaloso, con art direction di Erica Meloni, prodotto da NAS – New Animation in Sardinia e sostenuto dalla Fondazione Sardegna Film Commission. «La Sardegna Film Commission – ha sottolineato Carolina Melis, direttrice artistica di NAS – ha investito molto nel settore dell’animazione. Ojo e S’Ozzastru sono due progetti nati anche grazie al lavoro di ragazzi e ragazze che hanno frequentato i nostri corsi di formazione. Per noi è un grande motivo di orgoglio». Il titolo “OJO” richiama simbolicamente il volto del Gigante e ne ribalta la prospettiva: lo sguardo non è più nostro, ma loro, dei Giganti, testimoni di tremila anni di storia, cultura e trasformazioni della Sardegna. È quindi seguita la proiezione del poetico “S’Ozzastru”, corto firmato da Carolina Melis, con testi di Elisa Guidelli e la voce narrante di Claudia Aru. Protagonista è un olivastro millenario che, come una creatura viva, attraversa la storia della Sardegna e torna a germogliare dopo essere stato devastato dalle fiamme nel 2021. Uno sguardo potente e silenzioso, come la natura che resiste.
Molto attesa, la prima proiezione pubblica di “Boreddu e i giganti di Mont’e Prama” – corto animato in lingua sarda scritto da Gianni Loy, diretto da Salvo Carramusa e prodotto dalla Fondazione Mont’e Prama in collaborazione con la Fondazione Anna Ruggiu Onlus – ha mantenuto e superato le aspettative. «Qualche mese fa – ha raccontato il presidente della Fondazione Mont’e Prama, Anthony Muroni – la Fondazione Ruggiu ci ha presentato un progetto. Da lì è nato un percorso molto bello che ha portato alla realizzazione di Boreddu. È la prima volta che i Giganti diventano protagonisti di un’opera animata interamente pensata per il pubblico giovane. Il doppiaggio in sardo non è un dettaglio, ma una scelta forte per valorizzare la nostra cultura e la nostra identità. Questo è solo l’inizio: il nostro obiettivo è che, entro tre anni, un prodotto come questo possa entrare nel mercato internazionale del cinema di animazione e competere per qualità e contenuti». Realizzato con animazione CGI e l’impiego di tecnologie avanzate come la motion capture, Boreddu ha stupito per la cura complessiva della produzione: dalle musiche originali al doppiaggio, fino alla qualità visiva dell’animazione. Un lavoro che ha emozionato il pubblico e che si è concluso tra applausi sinceri e convinti, a conferma della sua riuscita artistica e del valore simbolico che porta con sé.
A chiudere la serata, il film “Balentes” di Giovanni Columbu. «Questo film mette insieme tre grandi patrimoni della Sardegna: la lingua, la cultura e l’artigianato dell’isola» – ha osservato Tore Cubeddu.
Columbu ha raccontato la genesi di un’opera nata con un approccio artigianale e profondo: «Un film che parla di libertà, scelte e giustizia. Ma anche di infanzia e perdita. Una storia minima, che diventa universale».
Il programma di oggi, venerdì 4 luglio
La terza serata del festival vedrà la proiezione del film in concorso di “Némos andando per mare”, diretto da Marco Antonio Pani. Un’opera che reinventa l’Odissea attraverso i volti e le parole di pastori, contadini, artigiani e pescatori della Sardegna. Tra improvvisazione guidata e narrazione corale, il film intreccia il mito con la realtà quotidiana, offrendo un affresco epico e contemporaneo. Il regista sarà presente per introdurre il film, insieme ai curatori Tore Cubeddu e Giulia Pruneti.
A seguire, il talk “Cinema e archeologia”, con lo scenografo Tonino Zera – firma di importanti produzioni cinematografiche e televisive – in dialogo con Francesco Bellu. Un’occasione per riflettere sul potere della messa in scena, sulla costruzione degli spazi narrativi e sul rapporto tra immaginario visivo e patrimonio.