Il ricordo di Michela Murgia ha illuminato la terza giornata del Festival Letterario dell’Archeologia con l’interpretazione struggente di una grandissima Lia Careddu che ha regalato al pubblico di Tharros uno dei momenti più intensi di tutta la rassegna estiva promossa dalla Fondazione Mont’e Prama. Del resto qui, più che altrove, si avverte la presenza dell’intellettuale sarda, non foss’altro che proprio a Cabras Michela Murgia è nata nel 1972. E Crabas è anche l’immaginaria cittadina in cui fu ambientato il romanzo breve L’incontro.
Ricordatemi come vi pare (Ed. Mondadori)è il libro postumo, frutto di una settimana di registrazioni in cui Michela Murgia si è raccontata a Beppe Cottafavi, suo editor e amico. Un testo che l’attrice Lia Careddu, con la musica di Arrogalla, ha voluto interpretare con la potenza della sua voce, quasi rivolgendosi, in modo evocativo, a quella donna che in soli 7 giorni di racconti ha voluto fare una sintesi degli ultimi 30 anni della sua vita. Un’analisi politica e, al contempo, un testamento spirituale per un’intellettuale scomoda, libera e convintamente anti fascista. A dare forza alle parole di Lia Careddu anche il romanzo Dare la vita (Ed. Rizzoli), un vero e proprio manifesto sulla famiglia queer, “un altro modello di relazione, senza vincoli di sangue, in cui si è madri di figlie e figli che si scelgono, e che a loro volta ci hanno scelte”.
La serata è stata aperta dal reading dell’archeologo Giorgio Murru, direttore del Menhir Museum di Laconi, e del fotografo Nicola Castangia, autori del volume Spiriti e Dei nella Sardegna preistorica (Ed. Carlo Delfino). Al centro della presentazione le preziose testimonianze della Sardegna preistorica nei secoli che precedettero la fioritura della civiltà nuragica, dunque dei Sardi prima degli antichi Sardi. Murru propone ai lettori una sorta di guida nell’album di famiglia arricchita dalla favolosa galleria d’immagini scattate da Castangia, che da anni scava e studia la sua isola “con gli occhi curiosi e incantati di un bambino rivolto a scoprire sempre nuovi tesori e a documentarli in soggettiva con la pretesa obiettività dell’indagine iconografica”. Così l’archeologo e il fotografo hanno condotto il pubblico del Festival nel loro viaggio condividendo tutto, ricerche, emozioni, intuizioni, fatiche e, prima di tutto, un grande desiderio di mostrare e far comprendere la Sardegna nella sua intimità, quella che non basta vedere ma occorre percepire.
Con La più bella. Perché difendere la Costituzione (Baldini&Castoldi), il giornalista e critico Luca Sommi ha voluto ricordare, in un dialogo con Giuseppe Corongiu, la forza della nostra Carta costituzionale, definendola bella, giusta, poetica, gentile e generosa. Una Costituzione scritta come una poesia ma che al contempo esprime rigore e non ammette che la si contraddica. Una Carta che considera tutti i cittadini e le cittadine uguali, dal più povero al più ricco, senza distinzione di sesso, di razza, di religione, di lingua, di orientamento politico, di condizioni sociali ed economiche. Per la nostra Carta costituente, tutti devono avere pari dignità sociale e la legge deve essere uguale per tutti. “E obbliga la Repubblica a rimuovere tutti quegli ostacoli che impediscono ai cittadini e alle cittadine di avere una vita dignitosa. Non dobbiamo avere paura di niente, perché c’è la Costituzione a proteggerci”. Un racconto sentimentale quello proposto da Luca Sommi che ha portato il pubblico a scoprire la bellezza Carta fondamentale: “Per amarla come merita. E per difenderla quando serve”.
Jeff Biggers, storico americano pluripremiato con IN SARDINIA: An Unexpected Journey in Italy, ha aperto una nuova finestra sulla storia della Sardegna. Definito una “guida entusiasta ed erudita” dal Wall Street Journal, il volume dello storico sull’isola è un grande successo. Secondo il giornale statunitense, “alla ricerca del passato nelle tradizioni locali e nella lunga e trascurata tradizione letteraria della Sardegna, riporta l’isola al centro della nostra immaginativa mappa del Mediterraneo.” Dopo tre decenni di vita e di viaggi nella penisola, Jeff Biggers a un certo punto della sua vita ha deciso finalmente di attraversare la Sardegna, scoprendo un tesoro di storie in mezzo a importanti scoperte archeologiche che riscrivono la storia del Mediterraneo. Dalla città di Alghero, Biggers ha intrapreso un viaggio speciale intorno a questa terra antica per sperimentare, tra l’altro, la sua cucina rinomata, il vino, i rituali tradizionali e i fiorenti movimenti culturali. Basato su anni di ricerche e traduzioni di scrittori sardi, Biggers è stato elogiato da scrittori e critici sardi, tra cui Paolo Fresu. A Tharros è stato presentato lo spettacolo con il coro Paulicu Mossa di Bonorva che, insieme alle note dei più importanti canti sardi, ha impreziosito l’omaggio che lo scrittore statunitense ha voluto fare alla Sardegna.