Il documentario francese “I fratelli Champollion. Nel segreto dei geroglifici”, diretto da Jacques Plaisant, ha vinto il Premio Giunti/Archeologia Viva del pubblico “Sardegna Archeofilm” 2025, a conclusione di una rassegna che nella cornice dell’Area archeologica di Mont’e Prama ha riunito per quattro giorni archeologi, registi, divulgatori e appassionati da tutta Italia, consolidandosi come uno degli appuntamenti di riferimento per il cinema documentario dedicato all’archeologia, alla storia antica e alla memoria dei popoli. A consegnare il premio il direttore artistico Tore Cubeddu e Giulia Pruneti di Archeologia Viva che hanno animato le serate del festival. Al secondo posto nella speciale classifica del pubblico si è classificato “Némos andando per mare” (Italia | Regia: Marco Antonio Pani), al terzo “Maasai Eunoto” (Kenya | Regia: Kire Godal).
La manifestazione ha proposto un ricco programma di proiezioni, incontri e approfondimenti, ponendo al centro la narrazione del passato attraverso il linguaggio contemporaneo del cinema. Oltre venti i titoli selezionati, provenienti da diversi Paesi, capaci di raccontare scoperte, ricerche, avventure intellettuali e siti straordinari, con una particolare attenzione ai temi dell’identità e del patrimonio culturale mediterraneo.
La pellicola francese, prodotta da Tournez s’il vous plaît, con la consulenza scientifica di Karine Madrigal e Vincent Rondot, rievoca una delle più grandi conquiste intellettuali dell’umanità: la decifrazione dei geroglifici da parte di Jean-François Champollion, avvenuta nel 1822 grazie alla stele di Rosetta. Ma il racconto si arricchisce di una nuova prospettiva, rivelando il ruolo determinante del fratello maggiore Jacques-Joseph, figura chiave e fino a oggi rimasta in ombra. Attraverso archivi familiari e studi recenti, il documentario riscrive una pagina di storia della linguistica e della ricerca archeologica.
Soddisfatto il presidente della Fondazione Mont’e Prama, Anthony Muroni, che ha sottolineato l’importanza di una manifestazione (realizzata in collaborazione con Firenze Archeofilm, Archeologia Viva e Giunti Editore) che anno dopo anno è riuscita a crescere e ad attirare l’attenzione di un pubblico sempre più numeroso. Vinta anche la sfida di portare la rassegna cinematografica nell’area archeologica di Mont’e Prama, in un luogo dove la narrazione del passato assume un significato particolare, con gli scavi a poche decine di metri dal pubblico. Un ringraziamento speciale anche alle “eccellenze” che stanno rendendo tutto il programma estivo della Fondazione un successo indiscusso.
Nel corso della serata è stato presentato fuori concorso “Carlo Tronchetti – La mia Sardegna Archeologica”, un documentario-intervista realizzato da Nicola Castangia, con soggetto e sceneggiatura di Anthony Muroni e consulenza scientifica di Giorgio Murru. Carlo Tronchetti, presente alla proiezione, è stato un protagonista assoluto della scena archeologica sarda, e attraverso un racconto appassionato ha ripercorso dal vivo la sua lunga carriera: dagli scavi di Mont’e Prama e Nora fino a Tharros e Sant’Antioco. Il racconto filmico è scandito da riprese aeree, ricostruzioni tridimensionali e fotografie d’archivio, che restituiscono con intensità la passione, la visione e la dedizione di una vita spesa a difendere e valorizzare il patrimonio della Sardegna.
Carlo Tronchetti, al termine della proiezione, ha voluto ringraziare la Fondazione Mont’e Prama per avergli dato la possibilità di raccontare un pezzo memorabile dell’archeologia sarda, che lo ha visto protagonista dagli anni Settanta in poi e, con la consueta ironia, ricordando quel periodo fantastico, ha concluso la sua riflessione sul palco con una citazione del film Blade Runner: “Io ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare”.
Muroni, dal suo canto, ha sottolineato come il film sia il giusto tributo a un archeologo vivente e rappresenti anche “un segnale contro la tendenza dei nostri tempi a dimenticare troppo facilmente le persone che hanno lasciato un segno nel corso delle loro attività di ricerca e studio”.
Piero Pruneti, fondatore di Archeologia Viva, la prima grande rivista italiana di divulgazione archeologica, partner della manifestazione, è intervenuto a conclusione del Festival per annunciare che il documentario realizzato da Nicola Castangia sarà in concorso alla prossima edizione del Firenze Archeofilm, un riconoscimento per un lavoro, ha affermato, “che avrebbe dato del filo da torcere al film vincitrice di questa edizione del Sardegna Archeofilm”.
Nel corso della serata è stato consegnato anche il Premio Archeociak, in collaborazione con l’Associazione Babel, rivolto a studentesse e studenti delle scuole primarie e secondarie della Sardegna con lo scopo di promuovere la conoscenza e la valorizzazione dell’archeologia e della storia dell’Isola attraverso la scrittura cinematografica. Il riconoscimento è andato all’istituto comprensivo di Uta con il progetto “La pietra del tempo”. Sul palco, per la consegna, Paolo Carboni, direttore artistico del Babel Festival.
Il Sardegna Archeofilm Festival si conferma così un laboratorio culturale capace di intrecciare divulgazione scientifica e creatività cinematografica, contribuendo in modo incisivo alla valorizzazione dell’eredità archeologica isolana e mediterranea. La Fondazione Mont’e Prama, anche attraverso questo evento, rafforza il suo impegno nel costruire una narrazione pubblica coinvolgente e rigorosa, in grado di dialogare con il grande pubblico e con le nuove generazioni.