BARUMINI – Il Festival Internazionale dell’Archeologia – Isola dei Giganti ha preso avvio in un luogo magico e allo stesso tempo simbolico per la Sardegna: la reggia nuragica di Barumini, sito Unesco patrimonio dell’Umanità.
All’ombra del gigante di pietra, in una serata che ha regalato al folto pubblico un’inattesa frescura dopo giorni di calore, sono risuonate potenti le parole di Giovanni Lilliu, l’archeologo e intellettuale sardo che ha riportato in vita “Su Nuraxi” restituendo una forma alle pietre sparse in quella che un tempo era solo una collina ricoperta di vegetazione. E quella epopea, perché di questo si è trattato, è stata raccontata in modo magistrale dagli attori Michele Placido e Lia Careddu, una doppia voce maschile e femminile, in italiano il primo, in sardo la seconda, in un percorso guidato da Giorgio Murru, archeologo e direttore artistico del festival che proprio a Barumini è nato e cresciuto. I due attori, che hanno incantato il pubblico con una recitazione emozionante, hanno ripercorso le prime sensazioni del giovane Lilliu che aveva intuito che sotto quel cumulo di terra si nascondeva uno dei più grandi tesori del Mediterraneo.
Un ritorno indietro nel tempo che ha fatto riecheggiare i suoni di quell’avventura: le pale dei braccianti agricoli di Barumini che per primi, nell’immediato dopoguerra, furono chiamati a lavorare il terreno, i rumori dei buoi e di quelle funi tese che, esattamente come migliaia di anni prima, dovettero spostare grossi blocchi di pietra. E ancora le voci, le carezze del vento sulla vegetazione, il calpestio leggero dei piccoli animali. I silenzi, i sospiri. La fatica. E così, giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno, quel nuraghe sepolto ha preso vita diventando una delle più straordinarie testimonianze della civiltà nuragica.
La serata ha preso avvio con i saluti istituzionali: il ministro della Cultura Dario Franceschini, in un messaggio, ha parlato del Festival come “importante occasione di condivisione e di divulgazione delle straordinarie scoperte che continua a regalare la nuova campagna di scavi a Mont’e Prama iniziata in primavera. Ogni ritrovamento – ha detto l’esponente del governo – continua a gettare nuova luce su questo sito che non ha eguali nel Mediterraneo, aprendo a ipotesi e suggestioni affascinanti che verranno discusse nei giorni a venire dai numerosi specialisti riuniti a convegno”.
Dall’assessore del Turismo della Regione Sardegna, Gianni Chessa, è arrivato il riconoscimento del ruolo svolto dalle Soprintendenze a testimonianza di un dialogo e di un’unità di intenti tra tutte le istituzioni. L’esponente della Giunta Solinas ha ricordato anche il riconoscimento che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha assegnato alla mostra itinerante “Sardegna Isola Megalitica”, che dopo Berlino, San Pietroburgo, Salonicco e Napoli tornerà in Sardegna.
Il Presidente della Fondazione Mont’e Prama Anthony Muroni nei suoi ringraziamenti ha posto l’accento sullo straordinario lavoro di tutte quelle persone e soggetti, istituzionali e non, che hanno reso possibile un evento di così straordinaria importanza per la valorizzazione e la promozione del patrimonio archeologico sardo. Un evento che nasce dalla stretta collaborazione con la Fondazione Barumini Sistema Cultura, in una sinergia che è alla base di una vera e propria rete. Michele Zucca, sindaco di Barumini, ha voluto ricordare l’importanza di dedicare la prima serata del festival a Giovanni Lilliu, padre dell’archeologia sarda e in generale di tutto il movimento culturale sardo del ‘900. Il sindaco di Cabras, Andrea Abis, ha evidenziato come grazie all’accordo tra le due Fondazioni, Mont’e Prama e Barumini, si realizzi un primo processo di valorizzazione dell’enorme patrimonio di beni materiali e immateriali della Sardegna. Il Festival Isola dei Giganti è appunto il primo tassello di questo percorso, “un momento di riconoscimento della comunità rispetto al territorio, un legame indissolubile, che deve essere messo a valore in un sistema di rete, esattamente quella che questa serata inizia a tradurre: mettere insieme i nodi culturali della regione”. Sono poi intervenuti Monica Stochino (Soprintendente Archeologia, belle arti e paesaggio per la Città Metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna), Luana Toniolo (Direttrice regionale dei Musei della Sardegna), Emanuele Lilliu (Fondazione Barumini), Tonino Chironi (SFIRS), Marianna Orrù (Fondazione di Sardegna), Pierpaolo Vargiu (Sardegna verso l’Unesco) e Bastianino Mossa (FASI).
Oggi, mercoledì 29 giugno, il Festival vive la sua giornata nel sito di Mont’e Prama a Cabras dove la storia delle scoperte archeologiche nel Mediterraneo si è arricchita di nuovi elementi che di fatto hanno attirato l’attenzione della comunità scientifica mondiale. I Giganti di Mont’e Prama sono così diventati dei veri e propri testimonial della Sardegna grazie a una serie di eventi che li hanno visti protagonisti itineranti tra Berlino, San Pietroburgo, Salonicco e ora Napoli con una proiezione futura ancora più luminosa tra Europa e Stati Uniti. Sarà questa l’occasione per sentire dalla voce dei protagonisti che nel tempo si sono avvicendati nelle ricerche il vero significato della scoperta e l’emozione che i ritrovamenti volta per volta hanno trasmesso. Saranno poi le launeddas di Luigi Lai, di Marcello Floris, dell’associazione Launeddas del Sinis diretta da Stefano Pinna e il sax di Gavino Murgia a creare la giusta atmosfera per una serata che si concluderà con l’evento enogastronomico “Gusta il Territorio”.