Dopo la tappa triestina al Teatro Rossetti, il tour internazionale de Les Misérables – The Arena Musical Spectacular, imponente produzione che consta di una compagnia composta da più di 110 elementi tra attori, musicisti e crew, è approdato al TAM-Teatro Arcimboldi di Milano.
Durante il week end, dopo una trepidante e lunga attesa – il biglietto l’ho acquistato all’incirca un anno fa! –, ho finalmente assistito alla portentosa messa in scena di questo acclamatissimo show, in un Arcimboldi stracolmo di spettatori osannanti, che alla fine della rappresentazione hanno tributato la produzione con una meritatissima standing ovation accompagnata da un interminabile applauso.
Tratta dall’opera letteraria I Miserabili di Victor Hugo (pardon, Les Misérables) – pubblicata nel 1862 con un lancio editoriale mai visto in precedenza e diventata uno dei componimenti più celebri e culturalmente impattanti del XIX secolo -, la trama del musical segue sostanzialmente quella articolatissima del romanzo, pur con alcune licenze dovute all’arrangiamento teatrale.
Scritto e messo in musica nel 1980 in lingua francese da Alain Boublil che ne ha curato le liriche, e da Claude-Michel Schönberg che ne ha composto le musiche, nel 1985 il musical, che di fatto è una vera e propria opera moderna, è stato tradotto in inglese con adattamento di Herbert Kretzmer, cosa che ne ha decretato la fortuna mondiale che ancora oggi lo accompagna.
Avvolte in un suggestivo alternarsi di melodie emotive e drammatiche – eseguite da un’orchestra quasi interamente composta da strumenti acustici – imperniate sui temi universali di oppressione, speranza e redenzione, sul palcoscenico si intessono le storie delle vite di vari personaggi interpretati da un cast a dir poco superlativo, in una successione di avvenimenti che trovano la loro collocazione storica nella Parigi del 1815 -1832, e tra questi: Jean Valjean (Killian Donnelly), un ex detenuto che dopo aver scontato 19 anni di carcere per aver rubato del pane per sfamare il nipote cerca faticosamente di riscattarsi dai propri errori; Javert (Bradley Jaden), il capo della polizia francese ossessionato dalla legge e dalla affannosa ricerca del fuggitivo Valjean, di cui è la nemesi; Fantine (Channah Hewitt), una madre single che viene abbruttita dalla lotta per sopravvivere; Cosette (Beatrice Penny-Touré/India Mills), la figlia di lei, che cresce in un ambiente di abusi – la locanda degli altri antagonisti del romanzo, i coniugi Thénardier (gli strepitosi Linzi Hateley e Gavin Lee) – ma che salvata e cresciuta come una figlia da Valjean, alla fine trova l’amore con Marius (Jac Yarrow), un giovane rivoluzionario coinvolto nella rivolta popolare del 1832; i figli dei Thénardier, abbandonati a loro stessi, Éponine (Nathanla Ong) e Gavroche (il giovane talentuosissimo Theo Hills) che in quella rivolta troveranno la morte sulle barricate.
Veramente toccante e piena di passione la recitazione cantata del cast tutto, protagonisti e comprimari, commovente nell’esecuzione di una moltitudine di iconici brani, quali “I Dreamed a Dream” (Fantine), “On My Own” (Éponine) e i corali “Do You Hear the People Sing?” e “One Day More”, che mi hanno emozionato fino alle lacrime. Travolgente.
(Virginia Nicoletti)