C’è una forza oscura che si muove tra le pieghe della mente, sussurra menzogne e accende la fiamma della gelosia. È la voce di Jago, l’antieroe per eccellenza dell’Otello shakespeariano, a cui Giuseppe Cederna presta corpo, sguardo e parola in una nuova versione del dramma in tournée in Sardegna per la Stagione Cedac.
Dopo aver calcato i palcoscenici italiani con classici, storie civili e spettacoli d’autore, Cederna torna sull’isola con un progetto teatrale potente e originale, prodotto da Arca Azzurra, che sarà in scena:
- 12 aprile al Teatro San Bartolomeo di Meana Sardo
- 13 aprile al Comunale di Dorgali (ore 20:30)
- 14 aprile al Teatro del Carmine di Tempio Pausania
- 15 aprile al CineTeatro di Olbia
L’adattamento, firmato da Francesco Niccolini, e la regia di Emanuele Gamba danno vita a un Otello che intreccia fedeltà al testo e suggestioni visionarie, ispirandosi liberamente anche a Che cosa sono le nuvole? di Pier Paolo Pasolini, poetico cortometraggio che riflette sul destino, la manipolazione e l’identità.
«Otello che uccide Desdemona è un’immagine viva, una realtà bruciante», racconta Cederna. «In questa versione interpreto una sorta di ‘marionettaro’, un artigiano del teatro che apre la scena e ne guida i personaggi: un Otello fatuo, una Desdemona ingenua… e poi arriva Jago. Tessitore silenzioso, mente lucida e oscura. Il mio Jago danza, si muove leggero, ma porta con sé una forza distruttiva, che corrompe e annienta».
Attore versatile, con una carriera che spazia dal cinema d’autore (da Marrakech Express a Mediterraneo di Salvatores) al teatro più sperimentale, Cederna è anche scrittore e appassionato camminatore, figlio dello storico Antonio Cederna e nipote della giornalista Camilla Cederna. La sua cifra artistica è quella del narratore che unisce riflessione, umanità e presenza scenica.
Accanto a lui, in scena, un cast solido: Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Lucia Socci, Lorenzo Carmagnini, Riccardo Naldini, Elisa Proietti. Insieme danno corpo a un Otello che diventa una parabola inquieta sul potere, la manipolazione, la fragilità maschile e la violenza di genere.
Uno spettacolo che non si limita a raccontare una tragedia, ma la interroga. E ci interroga.