Fino al 16 marzo, la Triennale di Milano rende omaggio a uno dei più iconici innovatori della moda italiana con la mostra Elio Fiorucci: La Curiosità Folle, una retrospettiva dedicata alla vita e alla carriera di Elio Fiorucci. Questo evento non solo celebra il genio creativo del designer, ma offre anche un viaggio immersivo attraverso le sue visioni rivoluzionarie, che hanno cambiato il volto della moda e del costume a livello internazionale.

Nato a Milano nel 1935, Elio Fiorucci cresce in un contesto familiare influenzato dall’artigianato. Il padre possedeva un negozio di calzature, e fu proprio lì che Fiorucci iniziò a coltivare la sua passione per lo stile. Fin da giovane, mostrava un’inclinazione naturale per il design, sperimentando combinazioni di colori e materiali che rompevano con le convenzioni dell’epoca. Negli anni ’60, dopo un viaggio a Londra che lo mise in contatto con la Swinging London, Fiorucci decise di portare un assaggio di quella cultura pop e ribelle in Italia. Nel 1967, aprì il suo primo negozio a Milano, in Galleria Passarella, un ambiente che mescolava moda, arte e musica in un’esperienza unica.
La mostra dedica un’ampia sezione ai primi anni del marchio Fiorucci, ricreando l’atmosfera del negozio originale. Qui, il visitatore può vedere come l’imprenditore milanese abbia reimmaginato il concetto stesso di shopping, trasformandolo in un evento sociale. I capi Fiorucci erano colorati, audaci e accessibili, pensati per giovani che cercavano di esprimere la propria individualità.
Nel decennio successivo, Fiorucci si espanse oltre i confini italiani. L’apertura del negozio a Londra e, soprattutto, a New York nel 1976 segnò un punto di svolta. Il flagship store newyorkese diventò presto un punto di ritrovo per artisti, musicisti e celebrità, frequentato da personalità come Andy Warhol, Keith Haring e Madonna. Questo spazio veniva descritto come un “Studio 54 diurno”, un luogo dove cultura underground e mainstream si incontravano.
Un altro aspetto centrale della mostra è il rapporto di Fiorucci con l’arte contemporanea. Le collaborazioni con artisti come Keith Haring e Jean-Michel Basquiat non solo rafforzarono l’immagine innovativa del brand, ma definirono un’estetica che ancora oggi ispira designer e creativi. La mostra espone alcuni dei murales originali realizzati da Haring nel negozio di Milano, oltre a pezzi iconici come i jeans elasticizzati e le t-shirt stampate con immagini pop.
Curata con attenzione per catturare lo spirito irriverente di Fiorucci, la mostra alla Triennale offre un percorso multisensoriale che mescola moda, musica e cultura visiva. Le sale espositive includono:
- Installazioni immersive che ricreano gli ambienti dei negozi Fiorucci, dai neon colorati agli arredi stravaganti.
- Manoscritti e bozzetti originali, che documentano il processo creativo di Fiorucci e la sua incessante ricerca di ispirazione.
- Una sezione dedicata alla comunicazione pubblicitaria, che include le iconiche campagne fotografiche del marchio, celebri per la loro ironia e provocazione.
La mostra è arricchita da una serie di eventi collaterali, tra cui workshop su design e moda sostenibile, conferenze sulla storia del costume e proiezioni di documentari che esplorano il ruolo di Fiorucci nella cultura pop. Uno degli appuntamenti più attesi è una tavola rotonda con esperti del settore, che analizzeranno l’eredità culturale e commerciale del brand.
Scomparso nel 2015, Fiorucci ha lasciato un’eredità indelebile nella moda e nella cultura contemporanea. La sua capacità di anticipare le tendenze e il suo spirito innovativo lo hanno reso un’icona globale. Ancora oggi, il marchio Fiorucci è sinonimo di libertà, creatività e inclusività.
La mostra alla Triennale di Milano non è solo un tributo al passato, ma un invito a riflettere su come l’energia creativa di Fiorucci possa continuare a ispirare le nuove generazioni. Un’occasione imperdibile per riscoprire un pezzo fondamentale della storia della moda italiana e internazionale.
(G.B.)

