(Roberto Angeli) -Oliviero Toscani, fotografo di fama internazionale e maestro della provocazione visiva, è scomparso questa mattina all’età di 82 anni presso l’ospedale di Cecina, in provincia di Livorno. Toscani, nato a Milano il 28 febbraio 1942, ha lasciato un segno indelebile nel mondo della fotografia e della comunicazione grazie a uno stile unico e a campagne che hanno saputo scuotere coscienze e abbattere barriere culturali.
La vita e la formazione
Figlio del fotoreporter Fedele Toscani, Oliviero ha respirato fin da giovane l’arte della fotografia. Dopo gli studi presso l’Accademia di Belle Arti di Milano, si trasferì a Zurigo per frequentare la Kunstgewerbeschule, dove approfondì le tecniche fotografiche e sviluppò la sua sensibilità artistica. Questo percorso formativo gli permise di affermarsi rapidamente, collaborando con alcune delle riviste più prestigiose al mondo, tra cui Vogue, Elle e Harper’s Bazaar.
Il contributo rivoluzionario alla pubblicità
Il nome di Toscani è indissolubilmente legato alle campagne pubblicitarie per United Colors of Benetton, realizzate tra il 1982 e il 2000. Queste campagne, più vicine a opere d’arte che a semplici messaggi pubblicitari, affrontavano temi sociali di grande impatto come il razzismo, l’AIDS, la pena di morte e l’inquinamento ambientale.
Tra le immagini più celebri si ricordano quella di un malato terminale di AIDS circondato dalla famiglia, ispirata alla Pietà di Michelangelo; un prete che bacia una suora; e una donna nera che allatta un bambino bianco. Queste fotografie non solo sfidavano i limiti della comunicazione pubblicitaria, ma promuovevano un messaggio universale di uguaglianza, giustizia e inclusione.
Controversie e impatto
Le campagne di Toscani non mancarono di suscitare polemiche, con accuse di sfruttamento delle tragedie umane per fini commerciali. Tuttavia, lo stesso fotografo difese sempre il valore artistico e sociale del suo lavoro, sostenendo che la pubblicità poteva e doveva essere uno strumento di cambiamento culturale. “La pubblicità non deve solo vendere, ma anche far riflettere”, dichiarò in numerose interviste.
Fabrica e altre iniziative
Nel 1994, Toscani fondò Fabrica, un centro internazionale per la ricerca sulla comunicazione. Situata a Treviso, Fabrica divenne un punto di incontro per giovani creativi provenienti da tutto il mondo, unendo design, fotografia, cinema e scrittura in progetti innovativi e interdisciplinari.
Toscani fu anche il fondatore della rivista Colors, un progetto editoriale che si proponeva di raccontare la diversità culturale del mondo attraverso immagini potenti e storie originali. La rivista, prodotta in collaborazione con Benetton, fu tradotta in più lingue e distribuita in tutto il mondo.
Oltre la fotografia
La carriera di Toscani non si limitò alla pubblicità. Nel corso degli anni, esplorò il mondo del design, del cinema e della moda, lavorando con artisti e stilisti di fama mondiale. È stato autore di libri e protagonista di numerose mostre fotografiche, in cui ha continuato a esprimere la sua visione artistica e il suo impegno sociale.
Un’eredità immortale
Oliviero Toscani è stato un innovatore, un provocatore e un artista capace di sfidare le convenzioni con coraggio e intelligenza. La sua scomparsa lascia un vuoto nel mondo della fotografia, ma la sua eredità continuerà a vivere nelle immagini che ha creato e nei dibattiti che ha alimentato. Toscani ha dimostrato che l’arte può essere uno strumento di cambiamento sociale, spingendo chi osserva a guardare il mondo con occhi nuovi.
In un’epoca in cui la comunicazione visiva è più importante che mai, il lavoro di Toscani rimarrà un punto di riferimento per generazioni di artisti, fotografi e pubblicitari.