Perché sì, è ancora necessario parlare di Platone. Non per un dovere scolastico o accademico, ma per un’esigenza interiore. Perché ciò che Platone ha fatto non è stato solo filosofare, ma aprire una strada.
Una strada che conduce alla ricerca della verità, del bene, della giustizia, della bellezza. Temi eterni, che ci toccano nel profondo.
Platone ha scelto il dialogo come forma espressiva. Non una scelta stilistica, ma etica. Il dialogo, per lui, è lo strumento attraverso cui si costruisce la conoscenza. Nessuna verità può imporsi dall’alto. Va cercata insieme, nel confronto, nell’ascolto, nel dubbio.
Questa visione non ha perso valore. Oggi il pensiero platonico ci invita alla pazienza del pensare, al coraggio di porre domande, alla fatica del comprendere.
Il celebre mito della caverna, continua a parlarci. Gli uomini incatenati che vedono solo ombre, scambiandole per la realtà, siamo ancora noi. Ogni volta che ci accontentiamo dell’apparenza, che confondiamo ciò che vediamo con ciò che è, che rifiutiamo la complessità per paura o per comodità, torniamo dentro quella caverna.
Platone ci chiede di uscire. Di liberarci. Non con gesti eroici, ma con la forza del pensiero, con la voglia di capire, con la disponibilità a cambiare sguardo. Non è mai un cammino facile. Chi prova a tornare nella caverna per raccontare la verità viene deriso, allontanato, rifiutato. Ma è proprio in quel momento che il pensiero filosofico mostra la sua forza. Quando non si adatta, quando resiste, quando illumina.
Nel mondo complesso in cui viviamo, parlare di giustizia non è mai semplice. Le ingiustizie assumono forme nuove, si mimetizzano. Ma Platone ci ha lasciato una domanda fondamentale. Cos’è una società giusta? E soprattutto, come possiamo costruirla?
La sua risposta, per quanto legata alla sua epoca, ci invita ancora a riflettere sul ruolo dell’educazione, sull’etica della responsabilità, sull’importanza di affidare il potere a chi è guidato dalla conoscenza e non dall’ambizione personale. È una riflessione che non smette di essere attuale, e che ci costringe a interrogarci su ciò che consideriamo oggi “giusto” o “ingiusto”.
Parlare di Platone significa anche riscoprire la bellezza del pensiero. Non come esercizio sterile, ma come esperienza viva, capace di dare senso alla realtà. In Platone, il pensiero è un atto d’amore. Eros, desiderio, tensione verso qualcosa che ci trascende e ci completa. Filosofare, in fondo, è imparare ad amare ciò che non si conosce ancora.
È per questo che Platone ci riguarda ancora. Perché ci invita a non fermarci, a cercare oltre ciò che appare, a credere che la verità, per quanto difficile da afferrare, meriti di essere cercata.
Platone ci ha insegnato a guardare oltre. Oltre le ombre, oltre le opinioni. Ci ha parlato dell’iperuranio, quel non luogo dell’anima dove vivono le Idee, pure e immortali. Un altrove non geografico, ma interiore. In fondo, cercare la verità, amare la giustizia, desiderare la bellezza, è sempre un modo per tornare a casa. Per ricordare chi siamo.