Un vecchio proverbio italiano recita “Scarpe e cappello, fan l'uomo bello”. Un adagio di un tempo che non vi è più, eppure straordinariamente moderno perché il cappello è un simbolo in grado di identificare epoche, luoghi e personaggi, fonte di ispirazione per case di moda, stilisti e designer. E se la scrittrice inglese Emily Post sosteneva che per una donna fosse impossibile essere chic senza cappello, è innegabile che la mostra allestita al T Hotel di Cagliari rappresenti un’occasione più unica che rara per dimostrare che il cappello è molto più che chic: oggi continua a essere un accessorio di moda versatile, utilizzato praticamente da chiunque per aggiungere eleganza, stile e personalità.
La mostra ha per titolo MettiteloInTesta e ha come tema centrale, appunto, il cappello che «sarà approfondito, esibito e mostrato– spiega una nota – per esaminare l’evoluzione nel corso del tempo, partendo dalle forme iconiche fino alle interpretazioni contemporanee più rivoluzionarie». Ideata e curata da Giorgia Bistrusso, Giovanni Ottonello, Tramare e TArt, l’esposizione rappresenta un'opportunità significativa per presentare al pubblico una vasta gamma di forme di cappelli e per analizzarne il significato e l'impatto nella moda e nella cultura.
Oltre all'esplorazione storica dei copricapi, le opere esposte comprenderanno progetti multidisciplinari, tra cui pittura, scultura, fotografia e illustrazione. Questo nuovo appuntamento con l’arte, è dedicato a esplorare temi distinti ogni anno e vede in questa edizione una collaborazione con la Fondazione Teatro Lirico di Cagliari e l'Antica Cappelleria Martello di Cagliari e con la partecipazione straordinaria di due originalissime artigiane del cappello: Sabrina Baldacchini da Roma con i suoi famosi cappelli post-futuristi e la modista e costumista Veronica Toppino da Torino, una partnership che ci porterà una selezione pregiata di cappelli dai diversi archivi e dando alla mostra un grande valore in termini di creatività e un supporto di inestimabile valore.
La mostra sarà visitabile presso UNAHOTELS T Hotel Cagliari dal 21 marzo al 21 giugno 2024 dalle 9 alle 23. Ingresso gratuito.
LA STORIA DEL CAPPELLO IN BREVE
Il cappello ha una storia lunga e affascinante nella moda, risalente a millenni fa. Nell'antichità, i cappelli erano indossati come segno di status sociale e differenziazione culturale. Gli antichi egizi, ad esempio, indossavano il “pschent”, una corona combinata dei regni alto e basso. Nel medioevo europeo, i cappelli indicavano lo status sociale e professionale, come il “chaperon” o il”gugel”. Nel Rinascimento, i cappelli divennero più elaborati e decorati con piume, gioielli e tessuti lussuosi, riflettendo il gusto per l'ornamento e lo sfarzo. Nel XVIII secolo, con l'avvento della moda barocca e rococò, i cappelli a cupola e a tricorno divennero popolari, spesso impreziositi da nastro e piume. Nel XIX secolo, con l'industrializzazione, i cappelli divennero più accessibili e vennero prodotti in serie, mentre nel XX secolo, con l'avvento della moda moderna e delle sottoculture, i cappelli divennero un mezzo di espressione personale e di stile, incarnando spesso movimenti sociali e culturali.
(G.P.)